È la donna o la coppia che sceglie, che decide “quando” chiamare la levatrice con la quale si è creato un rapporto di reciproca fiducia.
La levatrice entra in casa del nuovo nascente in punta di piedi, silenziosamente, chiedendo il permesso! A casa la donna usa le sue risorse con i suoi tempi ed i suoi ritmi. Anche il bambino viene accolto in modo fisiologico, e qui si potrebbe aprire un intero trattato, nessuno lo disturba perché non c’è bisogno di fare niente se non tenerlo al caldo con sua madre e suo padre!

Noi levatrici ci limitiamo a vigilare, osservare, ad esserci… senza necessariamente compiere interventi esterni. Seguiamo linee guida nazionali e siamo attrezzate per l’emergenza di primo livello nei momenti di necessità.

Ma le linee guida non sono protocolli imperativi: sono una “guida”, uno strumento di riferimento per assumere decisioni, raccomandazioni per compiere scelte da condividere però sempre con la diretta interessata: la donna!

La futura mamma, nella propria casa, è l’autonoma protagonista della sua gravidanza e del proprio parto… Ma quante donne, in relazione alla nascita del proprio bambino, pensano: ”ok piccolo, siamo tu ed io a giocare la partita! Stai tranquillo, mamma ce la fa!

Sono capace… o almeno ci provo!… [SEGUE]

 

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