Nella vita genitoriale capita frequentemente di trovarsi in preda a dubbi e paradossi generati da informazioni con opinioni di fatto molto discordanti.
Lo sviluppo armonico del bambino e del rapporto (sia esso la diade mamma-bambino o la triade bambino-mamma- papà) è legato a meccanismi influenzati non solo dalla natura ma spesso e volentieri dall’ambiente e dalla cultura circostante.
Queste considerazioni di fatto determinano una dicotomia di approcci schematicamente riassumibile in:
- approccio distaccato
- attachment parenting (grossolanamente traducibile in “genitori con attaccamento”)
Il primo concetto è di natura razional – culturale e si è evoluto nel tempo supportando la dogmatica umanistica dell’autodisciplina la quale tende a bollare come negativa ogni manifestazione umana non prevedibile e poco agevolmente gestibile.
La forma degenerata di questo approccio ostacola la comunicazione facendo gemmare una serie di premesse e conseguenze eterodeterminate legate a norme sociali (e generali) applicabili secondo una coerenza che non tiene conto delle necessarie eccezioni.
L’attachment parenting, per converso, pone le radici nell’inclinazione primigenia e biologica della sopravvivenza; la legge della natura che rende i piccoli bisognosi delle cure e delle attenzioni dei loro genitori e che predispone istintivamente questi ultimi a tal compito.
Un concetto molto semplice e lineare che non elargisce regole assolute seguendo la scia delle esigenze e della comunicazione sintonica (o quanto meno onesta e sincera) tra i componenti della famiglia.
Nulla a che vedere con iperprotezione o… [SEGUE]