Non ci sono limiti però all’ingegno umano: venne aggiunto un cerchio di legno che conteneva il bambino sostenendolo e che scorreva fra le due assi dentro a delle guide; fu risolto così il problema della caduta, ma rimaneva la necessità di girare il bambino alla fine del percorso.

Ma, in un guizzo di genialità, a qualcuno venne in mente di realizzare un percorso circolare, senza inizio né fine: una montagna di tempo libero in più per il genitore stanco.
Il top si raggiunge quando, superata l’idea delle assi, si crea un appoggio circolare, munito di ruote snodate, che circonda e segue il bambino.

Ora non ci sono più limiti all’esplorazione autonoma, se non quello di gradini, bordi, precipizi, terrazzi non protetti, ecc.

Fino a questo modello di girello la perdita per il bambino consisteva nel rinunciare alle piacevoli suggestioni e rassicurazioni che passano attraverso le mani di un adulto che sostiene, riprende, stimola; in cambio però il genitore era meno stanco e nervoso, o il nonno più attivo perché meno sopraffatto dal mal di schiena. Alla fine il bilancio era “in pareggio”.

Sul finire dell’800 si pensa di stringere il cerchio… [SEGUE] 

 

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