giocare

“Se osservo me stesso e il mio modo di pensare, mi è chiaro che la fantasia è per me molto più importante della capacità di pensiero astratto”
Albert Einstein.

“La fantasia affiora nella vita di un bambino tra il secondo e il terzo anno di vita […]
Il gioco non è programmato; l’interesse viene attratto da qualcosa, un tronco d’albero, dei legni da costruzione, una bambola, dei teli, e il gioco si sviluppa da sé.
I giocattoli più semplici sono i più stimolanti. Un’automobilina costruita nei minimi dettagli si lascia difficilmente trasformare in una barca.
Al contrario alcune assi, un po’ di corda e un telo possono diventare una carrozza per i cavalli, un razzo e chissà cos’altro…”

tratto dal sito rudolfsteiner.it – La scuola Steineriana.

Comincio con queste due citazioni perché affermano una verità semplice, anche se in parte dimenticata: la fantasia, dote di cui tutti gli esseri umani sono dotati fin dalla più tenera età, è un carattere fondamentale della nostra esistenza.
I bambini in particolare la utilizzano in continuazione nella loro attività principale: il gioco.

Parlando con mio cognato, durante gli scorsi festeggiamenti natalizi, proprio nel bel mezzo dell’orgia di pacchi e pacchetti appena scartati dai nostri reciproci figli, mi dice “Quando avevano 3 o 4 anni sapevamo che nel giro di qualche giorno si sarebbero stufati; adesso (7 o 8 anni n.d.A.) generalmente non andiamo oltre i 3 minuti!”

Forse un’affermazione un po’ estrema, ma che rende l’idea: i bambini si stufano… [SEGUE]

 

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