Poche contrazioni e molto lievi, chiamo la mia ostetrica che mi consiglia di fare una doccia e mangiare qualcosa.
Assieme al mio compagno vado in ospedale: avendo rotto le acque non potevo passare il periodo dei prodromi a casa.

Sono le 11.00. Faccio il primo monitoraggio sempre poche contrazioni e molto lievi.
Vengo trasferita in una stanza per poter effettuare il tampone  e attendere il risultato.

Alla visita sono dilatata di soli 2 cm. Le contrazioni iniziano a farsi un po’più forti, quando posso uscire dalla stanza posso raggiungere il mio compagno nella sala d’attesa.
A quel punto le contrazioni sono abbastanza intense tanto da farmi stritolare le mani del mio compagno.

Mi devono ricoverare, per cui mi devo separare dal mio compagno, e vengo accompagnata in stanza alle 12.30 circa.
Mi consigliano di fare una doccia ma le contrazioni sono talmente forti che non riesco neanche a spogliarmi,  un’ ostetrica che passava in corridoio sente le mie urla provenire dal bagno della camera, si affaccia e con molta dolcezza mi dice di seguirla in sala parto.

Devo dire che inizio a perdere un po’ la lucidità, sono sopraffatta dall’evento e mi sento come ovattata, in una bolla.
Mi visita e quando mi dice che è il momento di entrare in vasca, se ne ho piacere. Non mi sembra vero, sono le 13.24 e devo fare tornare in ospedale il mio compagno (non so come ho fatto a chiamarlo, chi mi ha portato il cellulare in sala parto?) e quando arriva, mi trova immersa nell’acqua calda della vasca.

L’acqua mi ha decisamente aiutata e sollevata, le contrazioni sono travolgenti ma… [SEGUE]

 

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