Nel frattempo avevamo messo la playlist preparata per l’occasione durante un viaggio in macchina e devo dire che avevamo azzeccato ogni canzone 🙂 Verso sera le avevamo provate un po’ tutte (la moxa, la digitopressione, la stimolazione del capezzolo..) quando, dopo un momento di raccoglimento intimo con il mio pancione, verso mezzanotte è iniziato il travaglio vero e proprio.

L’ostetrica è venuta a casa, abbiamo passato qualche ora a posizionare al meglio Zeno e a lenire un po’ il dolore delle contrazioni. Verso le 4.30 siamo andati in ospedale, ma mi hanno fatto attendere fino alle 8 circa perché avevano diversi parti e un’emergenza, quindi nel frattempo facevo avanti e indietro tra la sala d’attesa e un tracciato, una
visita, la registrazione ecc.

In quelle ore mi ero ormai dilatata, ma le contrazioni erano un po’ scemate. Dopo essere finalmente entrata e rimasta una mezz’ora da sola in una stanza, il travaglio è ripartito ed ero pronta per la sala parto. Il mio compagno è entrato con me.

Avrei voluto partorire in acqua ma non è stato possibile perché erano passate più di 24 ore dalla rottura del sacco. Inoltre, l’ostetrica della sala, bravissima e disponibile, continuava a ripetermi che non avrei fatto in tempo: in effetti, mezz’ora di spinta e Zeno era sul mio petto!

Il dolore è stato fortissimo, ma ripagato totalmente dall’arrivo di un cucciolo tra le mie braccia. Sarò sempre grata alla mia ostetrica per averci preparato sotto ogni aspetto a quest’esperienza. Consiglio a ogni futura mamma di chiedere assistenza a un’ostetrica libera professionista, se ne ha la possibilità (e trovo sconvolgente che non sia reso come servizio pubblico).

Con la tranquillità di avere una persona competente e amorevole al mio fianco, ho potuto prepararmi con attenzione e fiducia all’arrivo del mio primo bambino e fare uso di tutta l’energia e competenza di cui Madre natura ci ha fornito, per affrontare gioiosamente e con amore questo incredibile viaggio.

 

Disclaimer
I nomi degli ospedali o dei professionisti, vengono omessi o modificati dalla redazione per evitare ogni relazione con gli specifici punti nascita.
I racconti non possono essere pertanto riconducibili ad alcun luogo di nascita, pertanto la pubblicazione sulla pagina del singolo reparto maternità, non lo identifica come un evento avvenuto in una specifica struttura.

 

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