Alle 16.30 mi rompono il sacco e da lì ecco arrivare i dolori, quelli veri, quelli tosti.
Respiro, piango un pochino, sto male, respiro… La mano del mio amore che mi massaggia la schiena cercando di darmi un po’ di sollievo. Alle 19.30, non so come, rifiuto l’epidurale. “Se si ferma tutto non ce la faccio”.

Ormai vedevo la luce in fondo al tunnel.
Da quella stanza sarei uscita solo con te tra le braccia. Alle 22.30 sono talmente stanca che tra una contrazione e l’altra mi addormento seduta sulla sedia…

E poi quella strana esigenza di spingere: improvvisamente hai avuto tanta fretta di nascere, poche spinte con una forza che credo sia arrivata dal profondo dell’anima e ci siamo. Frenesia, ostetrica e infermiere che corrono tutte attorno a me. Ci siamo. Continuo a ripetermelo, adesso ti vedrò. E con un’ultima spinta eccoti: il mio miracolo.

Il bambino più dolce e perfetto che esista.
Il mio cuore, la mia felicità…

Il mio mondo.
Da quel 31 agosto alle 00.14 a oggi che hai quasi sei mesi a “per sempre”…

 

 

Disclaimer
I dettagli sui nomi degli ospedali o dei professionisti, vengono omessi o modificati dalla redazione per evitare ogni relazione con gli specifici punti nascita. I contenuti scelti sono tratti dai raccolti nel forum di Mammole o pervengono direttamente alla redazione segreteria[at]mammole.it e la pubblicazione viene rilanciata su tutta la rete del network, che è costituita da centinaia di pagine FB dei vari ospedali locali. I racconti non possono essere pertanto riconducibili a nessun luogo di nascita preciso, la pubblicazione sulla pagina del singolo reparto non lo identifica come un evento avvenuto nella specifica struttura.

 

 

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