Ore 1.00 arriviamo a casa, ma io non sto bene: era una continua processione al bagno, fino a quando, alle 2.30 avverto un forte calore e poi subito sensazione di slip totalmente bagnati: La rottura del sacco!
Ma in realtà ero di nuovo titubante: il “lago/cascata” che mi immaginavo in realtà non era stato proprio il mio caso.
Ed un colore strano: che fosse il famoso “tappo mucoso”?
Non potevo tornare per la terza volta in pronto soccorso inutilmente.
Aspetto. Ma passa poco tempo, che un dolore forte, molto forte mi prende, e poi un altro, un altro ancora…
Ecco che ora si, stava iniziando il travaglio con le contrazioni, quelle “vere”.
Da “manuale” ho atteso due ore, la frequenza era diventata a prova di orologio: un minuto contrazione, tre minuti pausa..un minuto contrazione, tre minuti pausa…
Ci siamo!
Ore 4.30 ripartiamo verso il Pronto Soccorso. Questa volta però non non riesco più a muovermi, il dolore è diventato davvero molto forte; mi portano in ostetricia e vengo visitata alle 5.00: conferma rottura del sacco, acque leggermente tinte, dilatazione 3 cm.
Passo al monitoraggio, e alle 8.00 mi trovo in sala parto.
L’ostetrica che mi segue è un angelo: gentile, dolcissima, un aiuto provvidenziale.
Rivisitata alle 9.00: dilatazione massima… Ci siamo davvero!
Passeranno poco più di due ore. Ora ripensandoci mi vien da dire “volate”, ma non è stato poi così facile, ma la mano che stringevo forte di mio marito e l’assistenza dell’ostetrica Alice, sono stati davvero la mia più grande forza in quei momenti…
Ed alle 11.25 sei arrivato tu mio grande Amore, l’emozione più forte, più stupenda che mai si possa pensare di provare: mio figlio, il mio Alessandro è nato alle 11.25 di Mercoledì 13 aprile 2016, una stupenda giornata di sole. 3,450 kg di bimbo stupendo.
E da quel giorno, ogni giorno è una stupenda scoperta, è un emozione nuova, è tanto tanto amore, ed ora siamo a quasi un anno di occhioni stupendi, di sorrisi infiniti. Grazie Ale.
Chiara
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È il 28 Dicembre e mi sono trasferita solo da qualche mese in Norvegia, quando scopro di aspettare il mio piccolo. Con mio marito decidiamo subito di farci seguire qui anche se sappiamo che l’iter sarà molto diverso. Niente ginecologo, ma solo un’ostetrica (fantastica) che ci segue per nove mesi, una sola ecografia a 26 settimane e una volta al mese durante il controllo di routine sentiamo il battito e misuriamo la pancia.
Giungiamo così vicini alla scadenza,io sto bene, per tutti i nove mesi non sto mai ferma tra nuoto, passeggiate, viaggi e anche un trasloco. Quattro giorni prima della scadenza (8 settembre) qualcosa cambia.. Mi sento strana, sono stanca, e decido di fare un riposino pomeridiano ma vengo svegliata da fitte dolorose. Decido di chiamare mio marito, anche se essendo alla prima gravidanza non ero certa di cosa stesse succedendo, mio marito si precipita a casa e andiamo in ospedale, gli dico comunque di lasciare le borse in auto certa che saremmo tornati a casa. Arrivati in ospedale alle 17:30 una simpatica ostetrica è di pronta ad accoglierci, mi visita e scopro di essere a 3cm. Ci invita a rimanere,certa che le cose sarebbero andate avanti veloci, ci fa fare il giro del reparto, ci mostra la camera accogliente e calda in cui saremmo stati per il travaglio e per il parto e mi propone di fare delle docce calde, passeggiare molto e di utilizzare diversi attrezzi presenti in stanza. Arrivati alle 8 di sera però la dilatazione si ferma a 6cm mentre le contrazioni continuano ad arrivare sempre più forti.
Intanto arriva il cambio turno, una nuova ostetrica si presenta e subito entriamo in sintonia. Resta con noi tutta la notte, non ci lascia mai. A mezzanotte decide di rompermi le acque sperando che la dilatazione riprenda e invece nulla.. Siamo sempre fermi. I dolori aumentano e le contrazioni sono ravvicinate. Decidiamo allora, nonostante la mia iniziale titubanza, di fare l’epidurale. È stata la mia salvezza. Mi rilasso, riposo un po’ e come per magia alle 5:30 del mattino siamo a 8cm, l’effetto del l’epidurale è ormai svanito e io ricomincio a sentire il mio corpo, sento ogni contrazione e finalmente arriva l’esigenza di spingere, ma proprio in quel momento c’è un altro cambio turno. Arriva un altro angelo, quello che mi guida, coinvolgendo attivamente mio marito, fino alla spinta finale e alle 9.15, sento per la prima volta il pianto più bello.. L’emozione più grande della mia vita!