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La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disordine endocrino, con un’incidenza che si aggira intorno al 6-8%, caratterizzato da ovulazione irregolare e da un aumento dei livelli di androgeni.
I sintomi più comuni sono amenorrea, cicli irregolari, irsutismo, acne persistente, alopecia androgenetica, obesità addominale, ipertensione e infertilità.

In taluni casi, si registrano anomalie del tessuto del seno, come ipoplasia e seni abbondanti con molto tessuto adiposo.
Alcuni studi hanno indagato gli effetti potenziali di questa sindrome sull’allattamento, nell’intento di approfondire l’eventuale collegamento tra scarsa produzione di latte e PCOS, presumibilmente determinata dall’alto tasso di androgeni e dalla loro interferenza con gli ormoni della lattazione.

La PCOS è automaticamente associata ad insufficiente produzione di latte?
No.
Si parla di statistiche, percentuali e numeri. Ogni persona è unica, ogni corpo lo è. Inoltre nessuno studio ha evidenziato un automatismo di questa natura.

Lisa Marasco, consulente IBCLC, ha condotto approfondite analisi per indagare la connessione tra PCOS e scarsa produzione di latte. Secondo il suo studio del 2000, alcune donne con la sindrome dell’ovaio policistico possono incontrare difficoltà di produzione e non sviluppare i fisiologici cambiamenti del tessuto del seno, durante la gravidanza. Il cambiamento di taglia durante la gravidanza è quindi associato, anche nel caso di PCOS, ad un impatto positivo sulla durata dell’allattamento.

Ma attenzione, questo non significa che… [SEGUE] 

 

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