Si fanno le 12.00 mi portano il pranzo e io riesco anche a mangiare qualcosa tra una contrazione e l’altra. Arriva l’ora delle visite e la mia famiglia passa a trovarmi; sono tutti impazienti ma tranquilli perché vedono che sto bene e serena, vanno via e rimaniamo di nuovo soli io e il socio. Durante il pomeriggio il dolore aumenta in maniera esponenziale.
Le contrazioni sono vicine: ogni 5 minuti mi piegano in due… in effetti non sono più tanto contenta quando arriva il dolore…
Alle 15.00 mi riportano a fare ennesimo monitoraggio e visita stesso responso: contrazioni a 140 ma niente dilatazione.
Nel frattempo mi danno un antibiotico nella flebo per proteggere il bambino da eventuali infezioni avendo rotto le acque da ormai 12 ore… e così va a farsi benedire anche il mio desiderio di donare il cordone ombelicale!
Incominciano a venirmi giù le prime lacrime: sono stanca non dormo da 2 giorni il dolore è diventato bello tosto e l’attesa mi sta snervando, sono esausta.
Si va avanti cosi fino alle 18.00 quando mi portano finalmente in sala travaglio (sì perché fino ad allora stavo travagliando in camera facendo sentire a tutti i passanti le mie imprecazioni specie verso mio marito ogni volta che non ascoltava quando gli dicevo qualcosa); ovviamente secondo loro situazione immutata, diamine ma io stavo sempre peggio! Com’era possibile che non fosse cambiato nulla!
Le visite si susseguono più ravvicinate e io inizio ad urlare dal dolore ogni volta che arriva la contrazione che ormai si distanziava di solo 2 minuti luna dall’altra.
Non avevo mai provato nulla del genere e complice il fatto che ero in quello stato da troppe ore mi sentivo esausta; alle 22.30 monta di servizio un altro ostetrico che avevo visto in occasione della 1 visita guidata in reparto e che io e mio marito avevamo trovato simpaticissimo!
Alle 23.00 mi sento dire dall’ostetrico che mi aveva appena visitato… [SEGUE]
Un racconto decisamente emozionante. Grazie di cuore 🙂