Dunque i colori sarebbero universali e non si apprenderebbero attraverso il linguaggio, sfatando così la concezione che nasceva dalla costatazione che in lingue diverse i colori sono spesso categorizzati in maniera differente e che alcune lingue non posseggono parole per distinguere il blu dal verde.
L’influenza della cultura si avrebbe poi solo in seguito, portando a privilegiare alcune sfumature piuttosto che altre.

Ma se i colori visti dai neonati fossero indicatori di ciò per cui veramente siamo nati?
Da quanto abbiamo appreso precedentemente i bambini nascono con la capacità innata di percepire determinati colori e sfumature, quasi ad indicare l’importanza di essi nella nostra vita.
Nessuna sequenza deve andare persa o smarrita, tutto il nostro tempo disponibile va vissuto nella sua pienezza e totalità.

E se ai colori corrispondono veri e propri stati emotivi, come enuncia la teoria del famoso pittore Vasilij Kandinskij, direi che già fin dai nostri primi attimi di vita abbiamo la consapevolezza di spendere i nostri istanti alla continua ricerca di ciò che ci fa sentire vivi… o meglio, alla perenne ricerca della Felicità!

 

Valentina Bruno
Scrittrice per il web, mamma instancabile (x2)

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