Ma è possibile prevedere l’esito di un travaglio di parto dopo taglio cesareo?
I fattori predittivi positivi sono l’aver già partorito per via vaginale e l’insorgenza spontanea del travaglio.
Le possibilità di successo sono influenzate negativamente dall’età materna > 30 anni, dall’etnia non bianca, dalla distocia del travaglio, dal peso fetale > 4000 g, e dal breve intervallo tra le gravidanze (< 18 mesi).
Inoltre non bisogna trascurare la storia ostetrica della donna e il tipo di taglio cesareo effettuato in precedenza.

Dunque quali sono i criteri di esclusione per una donna pre-cesarizzata?
Non è possibile accedere al travaglio di parto nel caso in cui l’incisione del taglio cesareo sia corporale o a T, perché questo tipo di incisione aumenta il rischio di complicanza, in caso di gravidanze patologiche o precedente rottura d’utero.
E’ importante comunicare alla donna che il parto vaginale è generalmente preferibile e che indipendentemente da quale approccio si scelga una donna pre-cesarizzata presenta maggiori rischi rispetto ad una donna che ha avuto parto spontaneo.

Durante il travaglio sarà effettuata la registrazione in continuo del battito cardiaco fetale.
Non ci sono controindicazioni  all’analgesia epidurale ed è possibile accelerare il travaglio con basse dosi di ossitocina.
Anche l’induzione del travaglio non è controindicata sebbene le evidenze dimostrino un maggior tasso di successo in caso di insorgenza spontanea del travaglio.
Le Linee Guida Italiane incoraggiano la scelta del travaglio di parto in donne con pregresso taglio cesareo con incisione sul segmento uterino inferiore, senza controindicazioni.
E’ importante che la donna sia informata di questa possibilità, ne conosca i rischi e i benefici, e che effettui una scelta informata basata sulle ultime evidenze scientifiche.

 

Approfondimenti
Associazione Italiana Innecesareo

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