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Ciao sono Giovanna e ho 34 anni, il mio primo parto è stato un cesareo programmato per presentazione podalica del cucciolo.

 

Dopo un anno e mezzo altro test positivo e mille gioie!

Gravidanza serena a parte il diabete gestazionale (come nella prima), ma tutto procede per il meglio.

A 30 settimane, dopo un’ecografia, mi dicono che ho pochissimo liquido amniotico e di stare ad assoluto riposo e tracciati ogni settimana e iniezione di cortisone per sviluppare i polmoni in caso di nascita prematura.

Ero un po’ sconfortata perché ho espresso il desiderio di un parto naturale e sembrava che tutto mi remasse contro.

 

 

 

 

Passano le settimane e fila tutto liscio, liquido sempre nei limiti: si programma il cesareo per il 30 di novembre.

Il 27 novembre faccio l’ultimo tracciato e il ginecologo mi dice che ho già qualche contrazione (che io non percepivo) e mi dice che secondo lui non arrivo al giovedì; un’ostetrica prova lo scollamento delle membrane ma non ci riesce.

Me ne vado a casa sempre più convinta che farò un cesareo. Il 29 ottobre mi sveglio al mattino e ho qualche doloretto, non mi preoccupa la cosa perché tanto avevo ancora un controllo in ospedale per le 11. Mi faccio una bella doccia, preparo il bimbo grande da portare dai nonni e insieme al mio compagno partiamo.

 

Visita di controllo e dico che ho qualche contrazione: ecografia e tracciato.

Vado a casa, mangio a pranzo… Dopo 15 minuti corro in bagno e poi inizio ad avere contrazioni più forti (ma sopportabili ).

Guardavo i minuti e le contrazioni erano regolari, ma non pensavo che fosse ancora il momento. Alle 15 vado in ospedale per il controllo… non prendo neanche la valigia in macchina perché dico a Michele che ci vorrà una vita.

Entro in ambulatorio,visita della ginecologa e mi dice che sono già dilatata di 5 cm e mi portano direttamente in sala parto.

Maurizio ha il tempo di scendere e prendere la valigia e entrare in sala parto e trovarmi con le acque rotte e dilatazione completa di 10 cm… un’ora di spinte e la nostra cucciola Lorella è nata!

Ci sono, anzi ci siamo riusciti, un’esperienza unica!

 

Non che il primo parto non sia stato bello, ma non avevo lui al mio fianco. In sala parto eravamo una squadra fortissima!

 

Ringraziamo “Giovanna” (nome di fantasia, l’autrice ha richiesto l’anonimato) per averci raccontato la sua storia. I dettagli sui nomi degli ospedali o dei professionisti vengono omessi dalla redazione per evitare ogni relazione con gli specifici punti nascita italiani.

 

 

VBAC: letteralmente è il parto vaginale dopo un cesareo.

 

 

Disclaimer

I dettagli sui nomi degli ospedali o dei professionisti, vengono omessi o modificati dalla redazione per evitare ogni relazione con gli specifici punti nascita.

I contenuti scelti sono tratti dai raccolti nel forum di Mammole o pervengono direttamente alla redazione segreteria[at]mammole.it e la pubblicazione viene rilanciata su tutta la rete del network, che è costituita da centinaia di pagine FB dei vari ospedali locali. I racconti non possono essere pertanto riconducibili a nessun luogo di nascita preciso, la pubblicazione sulla pagina del singolo reparto non lo identifica come un evento avvenuto nella specifica struttura.

 

 

 

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