In tutte le ecografie il piccolo è cefalico il che mi fa sperare in un finale diverso e, man mano che la gravidanza procede, il “travaglio di prova” diventa argomento delle visite, fino alla visita per la firma del consenso dove vengono illustrati i rischi ma soprattutto dove ci viene confermato che i benefici superano i rischi.

La cicatrice è abbastanza spessa, il bambino è in posizione, l’utero si sta preparando correttamente. La mia ostetrica cerca di prepararmi al parto, psicologicamente, e anche al fatto che le cose potrebbero non andare come desidero.

Io però ci credo e mi appendo con tutte le forze a questo desiderio, faccio esercizi per il bacino, cerco un qualcosa da poter utilizzare in travaglio per “stare nel dolore” e mi sembra di trovarlo nella musica che mi da un ritmo e mi calma (cosa che però poi non ho usato).

Arriviamo a 40+1 e, dato che tutto tace, decidiamo con la ginecologa di fare lo scollamento delle membrane. Quasi da subito iniziano dei dolori simil mestruali molto sopportabili, tanto che continuo la vita di tutti i giorni.

Alla sera ho una strana voglia che tutto sia in ordine: casa, zaino della prima bimba, impegni del giorno dopo. E dopo aver organizzato tutto vado a letto con i miei dolori. Riposo in modo discontinuo e vengo intorno alla 1 svegliata dalla rottura del sacco.

Ci siamo, si inizia… [SEGUE]

 

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