Sono passati ormai 3 anni, ma in una meditazione yoga ho rivissuto il mio parto ed ho deciso di raccontarvelo.
Sono rimasta incinta a 43 anni senza nessuna difficoltà quasi al primo tentativo, ho avuto una gravidanza serena senza problemi.
La gravidanza è a termine, una mattina mi alzo e capisco che quello sarà un giorno diverso: vedo l’alba, è settembre con il cielo terso.
Tutto il giorno Lei non si fa sentire, alla sera entro in panico, chiamo l’Ospedale, mi dicono di andare per controllare, intanto comincio a sentire delle contrazioni non dolorose.
Fortunatamente la piccola sta bene, battito regolare e liquido amniotico nella norma, al termine l’ostetrica osserva un po’ di liquido in vagina fa il test e sentenzia “sacco rotto”. Mi ricoverano ed inizio l’antibiotico.
Intanto le contrazioni arrivano distanziate e ben sopportabili, mando a casa il mio compagno sperando che nella notte il travaglio si avvii.
Niente, mi addormento e arrivo alla mattina, la ginecologa mi suggerisce di iniziare l’induzione, con il sacco rotto non conviene prolungare oltre.
Chiedo un po’ di tempo ancora, comincio a camminare per tutto l’ospedale… SEGUE
Sono passati quasi 40 giorni dalla sera del 02 luglio in cui alle 21.41 sei arrivata tu, in cui siamo diventati una famiglia.
Al mattino mi presento alla visita di controllo, sono a 40 settimane e cinque giorni e tu non sembri intenzionata ad uscire spontaneamente, stai bene al calduccio, nel mio pancione.
Io e papà abbiamo la borsa in macchina ma ci presentiamo, tranquilli sapendo già che torneremo nuovamente a casa, senza news.
Solita routine: monitoraggio con tracciato, stick urine e visita, che nonostante la delicatezza delle ostetriche per me equivale ad una tortura.
Tracciato e stick vanno bene e si passa alla visita e sorpresa… vengo ricoverata perché il liquido amniotico è scarso e mi inducono il parto con la fettuccia.
Esco dal blocco parto, avviso papà di andare a prendere la borsa in macchina, finalmente e rientro a fare il tracciato di partenza dell’induzione, che si svolge in sala parto verde.
Poi si sale in stanza ( provvisoria, perché non hanno ancora dimesso e il reparto è al completo).
Nel frattempo è arrivato il pranzo, che consumo nella saletta dedicata assieme ad altre pazienti e torno in camera. Nel pomeriggio iniziano i primi doloretti, simili ai crampi mestruali è molto sopportabili e man mano che scorrono le ore si trasformano in contrazioni, ancora sopportabili e che si riducono se cammino, così passeggio per i i corridoi e vado in saletta d’attesa dal tuo papà che guarda le partite dei mondiali al pc e chiacchieriamo. Verso le 15 cambio stanza e compagna di camera. E intanto i dolori si aumentano di intensità e frequenza. Alle 16.30 arriva mia mamma e anche lei sta iona in sala d’attesa assieme al mio partner.
In teoria alle 18.00 avrei il tracciato, ma i dolori sono sempre più forti e vicini, così chiedo di anticipare e scendo alle 17.30.
Rientrerò in camera solo alle 00.30 con te, piccola mia.
Arrivata sotto, l’ostetrica mi visita ( ora fa meno male) e il collo si sta accorciando e siamo sulla buona strada e si va a fare il tracciato nella stessa sala del mattino. Oramai le contrazioni sono forti, regolari e ravvicinate. Mentre attendo che l’oestetrica torni a visitarmi, sul lettino mi si rompono le acque ( sono in travaglio)…
La dilatazione corre veloce e nel giro nemmeno di un’ ora passo da 3 a 9 cm., tanto che non ho il tempo per l’epidurale…e inizia un bisogno irrefrenabile di spingere… cambio varie posizioni, sdraiata, a carponi sul letto, sul water, sulla palla, sul pouf è ancora sul letto..
Per tutta la durata del travaglio con me c’è papà, che mi incoraggia, mi rinfresca, mi dà l’acqua da bere, mi tiene i piedi per aiutarmi nelle spinte, mi fa aria con il ventaglio e ogni tanto esce dalla nonna ad aggiornarla. Verso le 21.00 dopo il cambio ostetrica (cambio turno) entra il medico e decide di velocizzare le procedure, hai rallentato il battito e così inizia il bello: episiotomia, ventosa e manovra di Kristeller e alle 21.41 esco tu e piango subito. Ti posano sulla mia pancia, sei stupenda: tanti capelli scuri, visino tondo e occhi vispi e spalancati che mi guardano… amore a prima vista! Papà è emozionato ma ti guarda innamorato pazzo e orgoglioso, taglia il cordone e mentre ti lavano, io ho già espulso la placenta e iniziano a suturare, mentre un’altra ostetrica provvede a raccogliere il sangue cordonale per la donazione.
Resteremo ancora due ore in sala solo noi tre: papà va e viene mentre aggiorna la nonna, avvisa amici e parenti e ti coccola.
Benvenuta al mondo amore della mamma e del papà !