Quando il piccolo viene svezzato molto precocemente, accade spesso che non tolleri la frustrazione derivante dall’allontanamento dal seno materno, per cui piange e urla frequentemente, cercandolo con la bocca e con le mani.

Quando il genitore rifiuta la richiesta del figlio, questi apprende a limitarsi nell’esprimerla, soffocando sia l’impulso di protendersi verso l’esterno che quello di piangere.

A livello corporeo i muscoli del collo e della gola si contraggono per bloccare l’impulso a piangere al pari di quelli delle braccia, che si irrigidiscono.

Se l’esperienza di rifiuto si protrae nel tempo, le tensioni divengono croniche, contemporaneamente vengono repressi sia il ricordo dell’esperienza dolorosa, sia i sentimenti ad essa annessi: di tristezza, disperazione, rabbia.

Nell’adulto la censura di questi sentimenti sarà giustificata con frasi… SEGUE

 

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