Il parto in acqua, è una modalità di assistenza alla nascita che permette alla donna di effettuare tutto o una parte del travaglio e del parto immersa in acqua calda.
Nel 1960 il ricercatore russo Igor Charkovsky condusse studi riguardo alla sicurezza e ai benefici del parto in acqua e nello stesso anno, l’ostetrico francese Frédérick Leboyer, sviluppò la pratica di immergere i neonati nell’acqua calda per aiutarli nel passaggio tra l’utero e il mondo esterno e per attenuare gli effetti di un possibile trauma psicologico legato alla nascita.
Le pratiche e le sperimentazioni successive hanno permesso di sviluppare una nuova sensibilità che garantisce un maggior rispetto per le esigenze della partoriente e del nascituro.
In Francia, grazie al contributo del Dottor Michel Odent, il parto in acqua ha avuto l’opportunità di trasformarsi da fenomeno occasionale a metodica scientifica.
Da alcuni anni, dato che tale pratica assistenziale si è diffusa e consolidata, è possibile effettuare il parto in acqua presso diverse strutture ospedaliere di molti paesi Europei, compresa l’Italia.
E da 10 anni a questa parte, attraverso ricerche, studi e sondaggi effettuati, questa tecnica si è diffusa esponenzialmente senza che venisse riscontrato alcun effetto avverso né per la madre, né per il feto.
Abbandonate credenze popolari circa i rischi igienici, risulta chiaro che il parto in acqua è un’opportunità speciale a disposizione delle coppie che desiderano approcciarsi alla nascita con una modalità più natural, meno medicalizzata.
Le strutture più adeguate alla metodica scientifica del parto in acqua sono diffuse prevalentemente nel centro-nord Italia, in particolare nelle strutture ospedaliere della Lombardia, nello specifico nella provincia di Monza-Brianza.
Partorire in acqua è possibile non sono presso una struttura ospedaliera ma anche al proprio domicilio: esistono alcune organizzazioni di ostetriche/ci che seguono le donne durante tutta la gravidanza e al momento del parto assistono utilizzando la vasca da bagno o una piccola piscina in gomma.
QUALI SONO I RISCHI?
E’ necessario invalidare l’obiezione di rischi igienici espressa da alcuni sanitari contrari all’utilizzo della vasca per il parto poiché, recenti ricerche internazionali hanno dimostrato che tale tecnica non comporta alcun rischio di natura igienica.
Sveglia
ci piace l’esortazione
Ho partorito in acqua mia figlia Giorgia all’ospedale di sassuolo (mo) ed è stato meraviglioso !!!!!l’acqua è’ veramente miracolosa!!!!!non so come avrei potuto farne a meno durante il travaglio ma soprattutto in espulsivo!!!!sono ostetrica e aver dato alla luce la mia bambina in questo modo non solo mi ha reso pienamente donna ma ha accresciuto in me la voglia di donare alle donne che assisto e assisterò la migliore delle assistenze ostetriche!!!!!!