Lo studio si è concentrato su una regione specifica del cervello, l’ippocampo, responsabile della memoria e dell’orientamento: anche se entrambi gli ormoni hanno influenzato positivamente la crescita di nuove cellule neuronali, solamente l’estradiolo ha incrementato in modo significativo la sopravvivenza dei nuovi neuroni ed ha aumentato l’espressione di una proteina coinvolta nel mantenimento della neuroplasticità (zif268).
Dunque, i due ormoni sarebbero in grado di produrre un effetto complesso, diverso a seconda dell’età della donna e di una pregressa gravidanza.
Secondo i ricercatori, se nei mammiferi oggetto dello studio la maternità è stata un elemento in grado di alterare la risposta alla HRT, significa che le “madri” possiedono abilità cognitive e rischi per la salute diversi rispetto alle donne senza figli; questo in conseguenza alle oscillazioni ormonali e alle trasformazioni fisiche indotte della gravidanza, che influenzano la plasticità neuronale e l’architettura dei collegamenti dell’ippocampo.
Nonostante l’indagine sia stata effettuata sul topo, i ricercatori hanno dichiarato che i risultati sono generalizzabili anche agli esseri umani in quanto sono coinvolti gli stessi ormoni e le stesse cellule cerebrali che nei mammiferi oggetto dello studio.
La ricerca spalanca le porte a nuove opportunità per la cura delle malattie neurodegenerative della donna… SEGUE