Ma quale potrebbe essere la spiegazione per questi episodi ricorrenti, che mettono in crisi i genitori?
Ebbene, i due ricercatori hanno semplicemente puntato i riflettori sulla straordinaria suscettibilità neurologica dei neonati; alcuni di loro, a seconda del temperamento, dello sviluppo psichico e di altri fattori ancora oggi in parte poco noti, sono maggiormente portati a sviluppare un tipo di pianto compulsivo e a ricercare spesso il conforto genitoriale.

In particolare, i ricercatori hanno comunicato un’osservazione importante che induce in tutti noi alcune riflessioni spontanee: la tipologia di accudimento del neonato/bambino piccolo, che si caratterizza per l’attenzione posta ai segnali d’allarme che egli invia, e che inoltre privilegia il contatto fisico e le coccole, è statisticamente associata a tendenze comportamentali molto più stabili.

È quindi soprattutto l’approccio precoce al fenomeno del pianto ripetuto, che può essere il fattore determinante, nel prevenire la cronicizzazione di questa tipologia di comportamento.
Nel tentativo di indagare le cause del fenomeno, Douglas e Hill hanno posto l’accento su alcune problematiche di tipo alimentare e sull’esistenza, anche nei più piccini, di forme più o meno blande di depressione o ansia perinatale.

Vi sono infatti alcune spie di allarme, fra le quali rientra anche il pianto ripetuto, da non sottovalutare in quanto potrebbero essere associate ad una carenza affettiva del bambino, una carenza di cure che dovrebbe spronare ad agire di conseguenza.

Un altro elemento che può incidere su questo fenomeno, è legato al ricordo che la mamma conserva della propria infanzia… [SEGUE] 

 

 

Facebook Comments
2.3K Shares
2.3K Shares
Share via
Copy link
Powered by Social Snap