La cura del bambino nei primi tre mesi di vita è un evento tanto meraviglioso quanto impegnativo e potenzialmente drammatico se viene affrontato in una condizione di isolamento e solitudine, come sempre più spesso accade nella nostra società.
L’avere avuto un parto fisiologico rappresenta un grosso aiuto dal punto di vista chimico e ormonale.
Grazie al rilascio di grosse quantità di endorfine, ossitocina e prolattina, che hanno una forte azione rilassante ed antidepressiva, si annullano molti degli effetti dovuti all’improvviso crollo delle concentrazioni di ormoni luteinici e placentari. Nel caso di parti complicati o con necessità di intervento medico invasivo invece non solo si perde questa risorsa fisiologica, ma si aggiungono traumi fisici e psicologici che facilitano l’evento depressivo fino a portare in alcuni casi a una seria condizione clinica denominata in ambito psichiatrico “Postpartum Post-trumatic Stress Disorder” o nevrosi traumatica da parto secondo l’orientamento psicoanalitico.
Anche l’allattamento al seno costituisce un’importante risorsa contro la depressione postnatale.
Gli ormoni legati alla produzione del latte materno hanno infatti un effetto antidepressivo naturale e compensano il calo dovuto alla perdita della placenta.
In alcune donne la predisposizione a sviluppare disturbi depressivi nel post partum è più marcata.
L’importanza delle esperienze vissute nel primo anno di vita del bambino con la madre e con le altre figure di riferimento è universalmente riconosciuta nella letteratura scientifica sull’infanzia.
Le difficoltà di relazione vissute in questo primo importante periodo di vita possono… [SEGUE]
Grazie per aver risposto…ho partorito all’ospedale santa Maria della misericordia di Perugia nel 2015.
Bell’articolo….peccato che nel mio caso il reparto maternità non è stato di alcun aiuto..anzi…i primi mesi sono stati terribili…baby blues altroché…é mai possibile che una neo mamma non possa vedere il proprio bimbo quando vuole dopo il parto?…10giorni ricoverato…da incubo e di pianti infiniti con conseguente ritorno a casa catastrofico…difficoltà ad allattare,bimbo con reflusso. Potevamo vedere il bimbo solo dalle15 alle 20 e ci toccava uscire lo stesso delle volte!!…e poi promuovere l’allattamento al seno, contatto con la mamma..bla bla…era come dover chiedere il permesso per sapere come sta tuo figlio se puoi accarezzarlo se puoi prenderlo in braccio…adesso ha due anni…é un bimbo splendido..ma ho il terrore di fare un altro figlio per la paura si ripassare quei momenti…dovreste prestare più attenzione alle mamme che hanno i bambini ricoverati…mi dispiace
Cara Claudia,
ma dove hai partorito?
Purtroppo esistono ancora realtà non attente ai bisogni profondi delle mamme e dei loro piccoli…
un forte abbraccio