Ero giunta quasi al termine e quei battiti nel monitor erano per me l’avvicinarsi al momento del parto, un misto tra ansia ed emozione.
I monitoraggi erano più frequenti, se non nascevi tu di testa tua, ti avrebbero fatta nascere con induzione per diabete gestazionale e io non volevo nemmeno pensarci.
02/06 Quel sabato sera è uno dei tanti, papà finisce di pulire in cucina e io mi muovo goffa e lenta per casa, quando ad un tratto sento qualcosa di diverso.
Una strana sensazione, mai provata.
Mi autoconvinco che forse è il caso di farmi portare al pronto soccorso per un controllo, tanto non ci sarei rimasta tutta la notte e invece, il tampone mi conferma che ho rotto il sacco, ma alto, quindi mi attende un ricovero e una lunga attesa.
Mi sembra surreale, saluto mio marito che torna a casa e quella notte saluto anche il mio pancione, ormai enorme, pensando di stringerti l’indomani.
03/06 La mattina arriva presto, mentre le contrazioni tardano ad arrivare ed io sono sempre più convinta che in serata mi chiameranno per iniziare l’induzione.
E infatti la sera l’ostetrica mi mette a letto dicendomi che ci vuole pazienza e forza per il giorno successivo.
04/06 Un’altra mattina arriva e stavolta la fettuccia ha fatto il suo effetto…