Il caldo di agosto e la bassa pressione mi sfiancavano. Le giornate passano lente mentre io aspetto il famigerato DPD… E in cuor mio spero che tu arrivi in anticipo non come la tua sorellina che si è fatta attendere per ben una settimana.
La sera del 3 agosto sento che il momento è arrivato. Verso mezzanotte chiamiamo i nonni che prendono tra le braccia la nostra piccola bambina per portarsela a casa. La vedo salire in macchina, addormentata e così piccola, inconsapevole e fragile. Ha solo tre anni.
Mi si stringe il cuore a pensare che se io oggi divento mamma ancora e per la seconda volta, lei non sa che stanotte tutto sta per cambiare e avrà un fratello e sarà una sorella, per sempre. La seguo con gli occhi e la saluto nella mia mente, la rivedrò con occhi nuovi e le porterò il dono più bello.
Decidiamo di andare in ospedale, ci vogliono venti minuti buoni.
Quando arrivo mi monitorano ma sono dilatata solo di un cm. Decidiamo di tornare a casa.
Con il primo parto ero restata in ospedale ma questa volta volevo evitare tutte quelle lunghe ore nei corridoi e restare tra le mie cose, a casa.
Arrivati mi sdraio sul divano.
Le contrazioni sono sempre più forti ma riesco a dormire tra una e l’altra. Avevo sentito parlare di questa ‘magia’, ed è stato proprio così. Lasciavo arrivare il dolore per poi rilassarmi completamente… SEGUE