Poco dopo arriva il mio angelo custode, la mia ostetrica Lisa (meravigliosa Lisa) che mi stende sul letto e mi controlla, sento che dice oh mamma è dilatata tutta e io ritorno dal mio mondo.

Arriva con la sedia a rotelle, con una mano mi aiuta a sedermi e con l’altra estrae dal cuscino una fodera e l’appoggia sulla sedia a rotelle, ricordo quel corridoio.

Erano le 15.30 ed entro in sala parto, mi aiuta a salire su quella poltrona xxxl che a me pare un’astronave, mi fa mettere sul fianco sinistro e mi attacca il monitoraggio.

Ad un tratto mi dice di assumere questa posizione (simile a quella che usano le estetiste quando sei incinta) con la gamba destra tirata su tutta e messa sopra a quella sinistra e ad un tratto mi dice, adesso sentirai un tonfo, sono le acque che si rompono, non ti spaventare e in quel momento mi è sembrato di essere in una piscina, dove qualcuno aveva appena fatto un tuffo a bomba.
Inizio con le spinte, emozionanti davvero.

Lisa mi ha aiutato tanto, io seguivo tutto quello che diceva di fare, ansimare, non urlare che non serve  a niente… io sentivo che ad ogni spinta Davide si avvicinava sempre più a me.
Voleva nascere e io l’ho aiutato in tutti i modi.

Lisa diceva questo bambino corre come un treno.

 

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