Era il tardo pomeriggio del 13 novembre, quando ho avvertito una sensazione di bagnato sugli slip.
Mi sono lavata ed ho cambiato la biancheria, tuttavia dopo neanche 3 secondi ero nuovamente bagnata.

Pensavo fosse pipì, ma mia mamma, saggiamente, ha ipotizzato che potevano essersi rotte le acque e mi ha consigliato di andare insieme in ospedale.

Dopo aver fatto una lunga e rilassante doccia, ci siamo recati in Pronto Soccorso.
Qui ho iniziato la procedura standard e, dopo un breve controllo, ecco il verdetto: avevo rotto il sacco e dovevo essere ricoverata. I medici mi hanno informata che, se non fossero iniziate spontaneamente le contrazioni, avrei dovuto cominciare l’induzione del parto dopo le 24 ore dalla rottura delle membrane. Nell’attesa, mi hanno consigliato di riposare, ma, non essendo nel mio letto, ovviamente non sono riuscita.

L’idea dell’induzione è rimasta un vago ricordo: durante la notte sono partite le contrazioni.
La mattina ho avvisato mio marito che la situazione era cambiata e gli ho chiesto di venire in ospedale da me, sapevo che si stava smuovendo qualcosa.

Ho chiamato l’ostetrica … SEGUE

 

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