Al momento ho solo un figlio: Samuele, di 16 mesi, ancora ampiamente, felicemente, meravigliosamente allattato tantissime volte al giorno!
Samu è nato a giugno dello scorso anno: parto bellissimo, “dolce” come l’hanno definito le ostetriche che ci hanno seguito… poi però, quando ero pronta ad accoglierlo tra le mie braccia, ecco che l’ostetrica dice: “Monia, lo portiamo un attimo a far controllare, ha un ginocchio in iperestensione… tutto bene eh?!
Apgar al massimo, stai tranquilla che non è niente” ok, il suo lavoro lo sa fare bene -penso- perché era riuscita davvero a tranquillizzarmi!
Quindi io – che avevo già pregustato i nostri primi attimi pelle a pelle, la sua naturale ricerca del capezzolo, eccomi lì, a pensare: “Oddio, chissà se starà bene, cosa avrà a quella gambina, e… si attaccherà?”.
Me l’hanno portato solo 5 minuti durante il secondamento ma io avevo così paura di fargli male alla gambina… che non ho neanche avuto il coraggio di chiedere, come avrei voluto: posso attaccarlo?”.
Sta di fatto che, dalle 9 – ora in cui è nato- l’ho attaccato al seno per la prima volta intorno alle 12:30; a sedere su un divanetto del Nido dell’ospedale, con ostetriche, infermiere, ortopedici, pediatri, che passavano continuamente.
Ma sapete a Samuele cosa importava che ci fosse tutta quella gente? … SEGUE
So che potrebbe essere una fiaba inopportuna, ma sarebbe possibile conoscere il nome di questa pediatra? Grazie