
Il rapporto con il cibo parla di noi.
Feuerbach disse “Noi siamo ciò che mangiamo”
partendo da questa illuminante considerazione e trasponendola nel nostro quotidiano, risulta consequenziale porre mente all’alimentazione e al ruolo del cibo.
In particolare, è chiaro come ques’ultimo tenda talvolta a perdere la sua portata
di base (l’apporto di nutrienti per il mantenimento e lo sviluppo biologico) per acquisire altre connotazioni.
Il cibo rivela parte di noi, sul nostro rapporto interiore e con il mondo esterno.
Parla per e tramite noi.
Fin dalla prima infanzia l’atto di nutrirsi risponde a plurime necessità : oltre a sfamare, esso innesta un dialogo tra il bambino e la madre; l’alimentazione disvela così la sua doppia funzione : quella relativà al bisogno di apporto nutrizionale e quella affettiva.
Nella sua (virtuosa o viziosa) circolarità, sorge quindi un rapporto diretto tra fisico e coscienza; un vero e proprio strumento di comunicazione.
Un mero esempio di ciò è ravvisabile nella cosiddetta “fame emotiva”, ossia quella che sopraggiunge in particolari stati di ansia e stress o, ancora,pensiamo all’importanza che viene riservata alla convivialità dei pasti (nella scelta del menu, nelle formalità dell’invito, etc.).
In un percorso che mira alla consapevolezza,
è innegabile il bisogno di volgersi ad una (ri)scoperta di se stessi ascoltando anche questo dialogo e rapporto duale.
Marika Novaresio
Vuoi saperne di più? Le Mammole ne discutono qui LINK
.