Il parto in casa è incoraggiato anche dagli organismi internazionali, l’OMSOrganizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che la donna deve essere libera di scegliere di partorire nel luogo in cui si sente più sicura e nel caso in cui scelga la casa deve essere aiutata nell’intento, sempre che  se si tratti di gravidanza a basso rischio.

Il Parlamento Europeo si è posto sulla stessa direttiva e con la risoluzione A2 38/88 riconosce che nel caso in cui la donna decida di partorire in casa deve essere fornita adeguata assistenza.
Ecco il testo completo della risoluzione in oggetto, anche denominata Carta Europea dei Diritti della Partoriente in cui è enucleato il diritto all’assistenza nel parto a casa e altri diritti:

Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale dei parti in casa è pari allo 0.2% (in Puglia negli ultimi due anni sono stati 20 i parti in casa) mentre in Europa la percentuale è già al 2%, le percentuali arrivano al 14% in Nord Europa e prossimi al 30% in Olanda (sommati i parti in casa e quelli in casa di maternità).
Alcune regioni si stanno adeguando a questa nuova esigenza e infatti Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio e la Province autonome di Trento e Bolzano rimborsano le spese sostenute per il parto extraospedaliero, mentre Lombardia, Toscana, Abruzzo, Liguria, Sicilia e Valle D’Aosta, hanno adottato provvedimenti volti ad agevolare tale pratica.

In Italia sono anche nati alcuni punti nascita, strutture disposte nelle vicinanze di ospedali, in esse è possibile partorire con la tranquillità e l’intimità della propria casa, con un’assistenza strutturata da parte di ostetriche.

 

Approfondimenti scientifici

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