Amanda Long, Direttore Generale dell’organizzazione sui diritti dei consumatori Consumers International, ha affermato:
“Le industrie alimentari spendono milioni di dollari nello sviluppo di pubblicità che funzionano. La maggior parte degli spot visti dai bambini di tutto il mondo riguardano cibo contenente alte quantità di grassi, zuccheri, sale e calorie.”

Anche molti governi stanno iniziando ad esprimere il loro parere in merito all’impatto della pubblicità sui bambini. Alcuni Stati come la Spagna e la Norvegia hanno aderito a campagne di auto-regolazione implementando restrizioni volontarie alle pubblicità di cibo e bevande.

In Europa, la legge inglese vieta di pubblicizzare in televisione cibi ricchi di grassi, zuccheri e sale durante la programmazione dedicata all’infanzia; quella dell’Inghilterra è la prima legge al mondo di questo tipo e apre la strada a nuove norme internazionali che impongano condizioni più restrittive alle industrie alimentari.

Nel 2003 infatti, il Governo Inglese ha chiesto all’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni (OFCOM) di considerare la possibilità di una restrizione nelle pubblicità televisive di cibo e bevande rivolte ai bambini. La richiesta derivava dal fatto che un crescente numero di ricerche mostravano un aumento del tasso di obesità nei bambini britannici.

L’OFCOM, dopo alcune ricerche, concluse che le pubblicità avevano un impatto diretto sui bambini… [SEGUE]

 

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