Il lutto è un evento che inizialmente genera nei superstiti diverse emozioni, spesso contrastanti tra loro e di intensità molto alta, quali: il dolore e la disperazione per la perdita, il senso di colpa o viceversa la rabbia verso il defunto.
Tutte le emozioni descritte rientrano in una normale reazione al lutto e non devono quindi destare preoccupazione.

Si parla invece di lutto bloccato quando esse si prolungano oltre l’anno dalla perdita e chi le vive si trova ancora ad affrontare con fatica le mansioni quotidiane o rinuncia a fare progetti sul futuro, tanto la mente è rapita dai ricordi sul passato, su quello che non è più e che si vorrebbe ritornasse in vita.

Perché non si arrivi al lutto bloccato, è essenziale poter beneficiare del sostegno affettivo degli amici, del partner, dei parenti.
Chi soffre della perdita deve sentirsi accolto nella libera espressione delle proprie emozioni, all’interno di una relazione di aiuto in cui il giudizio deve essere assente.

L’ascolto e l’aiuto di qualcuno nell’espletare le mansioni quotidiane (pulire casa, ecc..) è di aiuto in queste circostanze, molto più di tante parole.
Per illustrare il processo che conduce al costituirsi di una reazione luttuosa patologica verrà presentato il caso di O. , di 60 anni, residente in una grande città, nonna di F., nipote scomparso in un incidente stradale nei due anni precedenti l’inizio della terapia psicologica

Ornella è vedova, vive insieme alla figlia… [SEGUE] 

 

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