lettoreIl romanzo è uno specchio che cammina sulla strada maestra (Stendhal).

Leggere con un bambino vuol dire costruire il suo futuro, contribuire alla crescita delle sue capacità cognitive e relazionali, significa mantenere viva la sua sete di conoscenza.
La lettura è un veicolo per sfamare il naturale bisogno di affetto e di tenerezza.

 

Il processo che ha focalizzato l’attenzione su questo aspetto è relativamente recente; per esempio nell’Ottocento i libri per bambini erano rari (di dominio elitario) e prettamente scolastici; fu solo a partire dal secondo dopo guerra che prese vita una rottura con la previgente concezione dell’infanzia.

 

Da quel momento iniziò ad essere prodotto del materiale rivolto ai bambini, esclusivamente e direttamente per loro.

Anche in questo caso, le prime attenzioni furono rivolte ai bambini in età scolare.

Solo negli ultimi decenni queste premure si sono indirizzate anche nei confronti delle fasi di crescità anteriori.

 

Leggere ad alta voce, con una certa continuità, produce effetti benefici a livello cognitivo e relazionale (in quel momento il mondo esterno non scompare, in una bolla fatata esistono solo il bambino e mamma/papà trasportati in mondi lontani o vicini).

Ogni bambino ha diritto di essere protetto dalla malattia e dalla violenza ma anche  dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo emotivo e cognitivo.
Come avviene in ogni processo emulativo alla base dell’acquisizione di competenze e di sicurezze proprie della memoria
implicita, la lettura si offre come strumento ideale per offrire ciò di cui il bambino ha bisogno: partecipazione, dedizione, attenzione e sicurezza. La ripetizione della lettura è consolatoria, un piacevole punto di riferimento.

 

Inizialmente questa sensazione è proprio il motore: Il bambino ascolta la scansione delle parole, il loro suono, la musica che la voce dolce del lettore produce successivamente rimane rapito dalle figure, ecco lì le immagini che riempono la vita, quegli occhi attenti percepiscono tutto, non trascurano nulla, comprendono (se mai dovesse esistere il mondo platonico delle idee, i bambini sono di certo i custodi delle sue chiavi).

 

Quando poi si instaura il processo evolutivo alla base della capacità di astrazione, le frontiere si ampliano, la durata si dilata, l’interesse per l’intreccio è dominante e funge da veicolo per le emozioni quotidiane non ancora risolte.
Il rapporto tra bambino-genitori-libro si fa più inteso e intriso di sfaccettature.

 

La lettura è come il seme di un fiore, va coltivato, amato, accudito, solo così potrà crescere, germogliare e fiorire in tutto il suo impeto.

Volare, oggi, tramite i libri significa comprendere sé e il mondo, significa volare in alto oggi come in futuro.

Buona lettura

 

Le Mammole parlano qui di lettura e bambini

 

 

 

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