In uno studio precedente, lo stesso team di ricerca aveva trovato un’associazione tra alti livelli prenatali di PAH e il rischio di sviluppare ritardo mentale all’età di 3 anni, livelli più bassi di QI a 5 anni e aumento dell’ansia, della depressione e dei disturbi dell’attenzione a 6-7 anni di età.
Il nuovo studio, pubblicato su PloS One, monitora i bambini fino al raggiungimento dei 9 anni, tenendo in considerazione l’esposizione post-natale al PAH e al fumo passivo.
Il team ha valutato i sintomi ADHD usando la Child Behavior Checklist e la Conners’ Parent Rating Scale- Revised, due test di screening che i genitori possono utilizzare per valutare il comportamento dei bambini e determinare se necessitano di controlli più approfonditi.
Circa un terzo dei 250 bambini presi in esame dallo studio, è stata esposta ad alti livelli prenatali di PAH; questi bambini hanno mostrato un rischio cinque volte maggiore di punteggi anomali nel test sull’attenzione e presentano un rischio triplicato di avere punteggi alti al test che indaga i sintomi ADHD.
Questo studio è il primo che mette in relazione l’esposizione prenatale al PAH ai sintomi ADHD.
Partendo da questi risultati sarà possibile prevenire l’esposizione materna agli agenti inquinanti e garantire ai figli di madri esposte adeguati follow up dopo la nascita.
Le donne incinte dovrebbero essere informate dei rischi dell’esposizione all’inquinamento e dovrebbero prestare attenzione a mangiare cibi freschi e ben lavati, che non presentino traccia di pesticidi: la buona alimentazione infatti ha effetti positivi nel ridurre gli effetti degli inquinanti sull’organismo.
Fonte Bibliografica
Prenatal Air Pollution Levels Linked to ADHD in Kids