A tre mesi il piccolo sorride volontariamente a ciò che conosce come il viso e la voce di entrambi i genitori e verso i cinque mesi viene utilizzato come risposta a qualcosa che lo diverte.
Dal sesto mese, invece, il bambino smette di sorridere a chi non conosce. E’ in quest’epoca che il piccolo inizia a percepire la sua individualità iniziando il progressivo processo di identificazione del proprio sé.

Se prima aveva la convinzione di essere un tutt’uno con la sua mamma, crescendo ed ottenendo sempre più autonomia nei movimenti, acquista una maggiore percezione di “unicità”.
Questo procedimento di “distacco” può risultare particolarmente impegnativo anche per i suoi genitori ma costituisce il corretto sviluppo psicologico.
A seguire, il sorriso tende a consolidarsi sempre di più come esperienza e comportamento comunicativo.

Il sorriso del bambino come sintesi di serenità e amore
Insomma, alla base di ciò che maggiormente influenza il sorriso del bambino vi è la testimonianza di salute psicofisica, di serenità famigliare e di affettività espressa.
Elementi che non possono certo mancare nel bagaglio di esperienze vissute di un bambino: essere puro e semplice nella sua unicità e preziosità.
Con il sorriso si apre a tutte le opportunità della vita.

 

Valentina Bruno.

 

Facebook Comments
2.3K Shares
2.3K Shares
Share via
Copy link
Powered by Social Snap