Brutte notizie per chi è in sovrappeso o soffre di diabete mentre sta portando avanti una gravidanza: stando a un recente studio, infatti, soffrire di diabete oppure di obesità durante la gravidanza moltiplicherebbe per cinque il rischio che il nascituro possa soffrire di autismo.
O meglio, una futura mamma che soffre di obesità correrebbe un rischio doppio rispetto a una mamma normopeso di avere un figlio autistico, mentre una futura mamma affetta da diabete addirittura vedrebbe triplicarsi il rischio di generare un figlio autistico.
I rischi aumentano nel caso che entrambe le due condizioni coesistano. Allora, secondo gli esperti il rischio che il nascituro sia autistico sarebbe addirittura cinque volte maggiore rispetto a quello corso normalmente da una donna che non è affetta da nessuna di queste due patologie.
A svelare queste importantissime implicazioni è stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, Stati Uniti, i quali hanno aggiunto un tassello fondamentale alla comprensione e alla prevenzione di una patologia controversa come l’autismo, ancora per certi versi resistente alla cure e soprattutto dal forte impatto sociale.
Lo studio, coordinato dal professor Xiaobin Wang, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Pediatrics. Sulla scia di altre ricerche precedenti, anche questo studio mira sostanzialmente a svelare cosa avviene nella vita fetale che poi determina l’insorgenza della malattia. Vista in quest’ottica, inoltre, diventa senz’altro più facile giustificare il preoccupante aumento dell’incidenza dell’autismo sulle nuove generazioni.
In altre parole, se sempre più bambini nascono affetti da questa malattia, è perché purtroppo negli ultimi decenni anche diabete e obesità hanno fatto registrare una maggiore incidenza sulla popolazione, sia maschile che – quello che importa in questo caso – femminile.
Il professor Wang ha spiegato che: “In termini di rischio assoluto, rispetto a malattie pediatriche più comuni come l’obesità e l’asma, la diffusione dei disturbi dello spettro autistico nella popolazione degli Stati Uniti è relativamente bassa.Tuttavia, il loro impatto personale, familiare e sociale è enorme”.
Stando a quanto riportato dai “Centers for Disease Control and Prevention” statunitensi, infatti, in america circa un bambino su sessantotto soffre di un qualche disturbo facente parte dello spettro autistico, una categoria di cui non fa parte soltanto l’autismo vero e proprio, ma altre condizioni difficili e debilitanti come la sindrome di Asperger e quella di Rett, disturbi di differente gravità che tuttavia condizionano non solo infanzia e adolescenza, ma anche tutta la vita adulta del bambino, il quale avrò molte difficoltà a inserirsi correttamente nel contesto sociale, famigliare e lavorativo.
Le cause dell’insorgere di disturbi dello spettro autistico non sono ancora completamente note agli esperti, ma nell’ultimo decennio si è fatta strada la convinzione che un ruolo importante nel processo di avvio della malattia sia rivestito dalla genetica e dalla vita pre-natale del feto.
A cura della Redazione di Mammole
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