In ogni caso, come spiega il Dott. Huiyun Xiang, coordinatore della ricerca, l’analisi ha riguardato esclusivamente le ipotesi di somministrazione non volontaria pervenute ai centri antiveleno, sottolineando come la quantità di errori a discapito dei bambini sia, probabilmente, anche di molto superiore a quella accertata.

I farmaci coinvolti nei casi presi in considerazione sono, per la maggior parte, medicinali di automedicazione che non necessitano di prescrizione medica e di largo utilizzo.
Si tratta, in particolare, di medicine utilizzate in caso di stati febbrili o infiammatori, come il comune paracetamolo o l’ibuprofene.

La loro ingestione in dosi superiori a quelle consigliate, tuttavia, può essere davvero pericolosa, specialmente nel caso in cui il soggetto coinvolto sia un bambino di primissima età.
Purtroppo, come evidenziato dagli stessi ricercatori, la giovane età – e quindi la mancanza di partecipazione e vigilanza nell’assunzione del farmaco – aumentano il pericolo di doppie somministrazioni accidentali, che in alcuni casi possono essere molto pericolose.

Una maggiore educazione ai rischi di sovradosaggio potrebbe aiutare a ridurre il problema, sensibilizzando i genitori e gli altri adulti a un più consapevole ricorso ai medicinali.

 

Dr. Domenico Oliva

Fonte Bibliografica
Medication frequently, unintentionally given incorrectly to young children

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