La linea guida prodotta dall’agenzia inglese National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) nel 2007, riferisce che l’analgesia epidurale:

  • è più efficace di altre tecniche nel ridurre il dolore in corso di travaglio;
  • si associa ad un prolungamento significativo del secondo stadio del parto a un aumento dei parti vaginali operativi statisticamente significativo ;
  • non si associa a un prolungamento del primo stadio del travaglio né a un incremento nel tasso di tagli cesarei;
  • potrebbe causare distress respiratorio nel neonato e renderlo sonnolento o poco reattivo.

Una review della Cochrane Library, 2011, che ha compreso 38 studi (9658 donne incluse), conclude che l’analgesia epidurale è associata ad un rischio aumentato di parto strumentale, ipotensione e febbre materna, blocco motorio, ritenzione urinaria, prolungamento del secondo stadio del travaglio di parto e somministrazione di ossitocina, aumento del rischio di taglio cesareo per distress fetale.

Non è dimostrato tuttavia un aumento del tasso di tagli cesarei nelle donne sottoposte ad analgesia epidurale rispetto alla popolazione generale.

 

Giulia Colombo – Ostetrica

 

Fonti:

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