Secondo il Premier Enrico Letta è un ” Primo passo di una politica più ampia che intende ridare forza e dignità alla famiglia “, e il ministro Maurizio Lupi ha annunciato la notizia sul suo sito web; si tratta dell’emendamento alla legge di stabilità che porta agevolazioni alle famiglie a basso reddito, attraverso tre iniziative che si chiamano rispettivamente ” Fondo per la famiglia, ” Bonus bebè ” e Assegno di maternità “.
Nel 2014 nel fondo arriveranno anche i soldi che erano stati destinati a questo scopo e non erano stati erogati in precedenza. Il Fondo per la famiglia consente di poter usufruire di un prestito da parte di banche o finanziarie che abbiano aderito al progetto. L’importo massimo del prestito agevolato è di 5000 euro e la restituzione della cifra deve essere fatta entro un periodo massimo di 5 anni, potendo scegliere se scaglionarla in più rate o in una sola rata.
La richiesta da parte delle famiglie interessate deve essere fatta tassativamente entro la fine di giugno dell’anno successivo alla nascita del bambino, oppure della sua adozione, in quanto il finanziamento agevolato è concesso anche per le adozioni sia nazionali che internazionali.
Altro punto importante da sapere è che il tasso di interesse TAEG che verrà applicato non potrà superare la soglia del 50% del TEGM in vigore al momento della concessione con riferimento ai prestiti personali. Le richiesta devono essere fatte direttamente presso le banche, tramite una autocertificazione che comprende sia i dati anagrafici dei genitori richiedenti che quello del bambino. Per chi desiderasse avere maggiori informazioni è disponibile anche un Contact Center contraddistinto dal numero 803164, con telefonate gratuite, che fornisce informazioni utili tutti i giorni feriali dalle 8 alle 20, e dalle 8 alle 14 nella giornata di sabato. Ad oggi le adesioni di banche e finanziarie sono già numerose e si segnalano quelle di UniCredit, Monte dei Paschi di Siena, Intesa San Polo e UbiBanca.
La seconda agevolazione è quella denominata ” Assegno di maternità ” anche se è bene precisare che si tratta di due assegni, uno corrisposto dallo Stato ed uno dal comune di residenza, ed anche in questo caso può essere erogato sia a famiglie con un nuovo nato che ha famiglie che hanno effettuato una adozione. Per quanto riguarda l’assegno statale, la famiglia richiedente si deve rivolgere direttamente alla sede INPS competente, mentre quello comunale è destinato alle famiglie che non possono accedere a quello statale, ma che risultano residenti nel comune al momento della ” nascita del bambino ” o dell’adozione e la relativa domanda deve essere fatta entro sei mesi da quella data. L’assegno comunale varia a seconda del reddito familiare calcolato con il metodo ” Isee “.
La terza possibilità per le famiglie che ne hanno diritto è quella di ottenere il ” Bonus Bebè “, già esistente con la ” Legge Fornero “, che consiste in un contributo erogato per sei mesi che viene sfruttato per pagare l’asilo nido del bambino od in alternativa la ” baby sitter ” che se ne prende cura. Le condizioni essenziali per ottenimento in questo caso sono due; la prima è il rientro al lavoro da parte della madre, e la seconda che l’asilo nido o la ” Baby sitter ” siano iscritte all’INPS. Questo contributo deve essere sfruttato prima che il bambino compia un anno di età. Una ulteriore forma di contributo a favore della maternità, è quello stanziato dalle regioni, ma al momento solo 3 delle 19 regioni italiane lo hanno stanziato.
Articolo a cura della Redazione di Mammole
Potrebbe interessarti anche:
Stress da lavoro e rischio diabete
I benefici di una dieta low-carb
I broccoli aiutano a combattere gli effetti dell’inquinamento
Trackback/Pingback