depressione

 

Di depressione post partum non si parla abbastanza.

Difficile guardare in faccia una patologia che si esprime in netta controtendenza con tutta la retorica sulla madre e la maternità tipica dei nostri anni e che si traduce in un’immagine di mamma sempre felice e soddisfatta del proprio ruolo.
Una visione avvallata dai media e profondamente radicata nella nostra cultura, dove le emozioni negative legate alla maternità non trovano spazio e si trovano ad essere spesso negate in quanto ritenute socialmente non accettabili.

Eppure ci sono molte madri che soffrono e necessiterebbero di un sostegno adeguato, forme di aiuto al quale non sempre riescono ad accedere proprio perché è difficile per loro parlare del disagio che le affligge, come non è semplice per chi le sta accanto riconoscerlo.
Per fare chiarezza sulla depressione post partum, la SIGO – Società Italiana di Ginecologia, ha effettuato una campagna informativa diffondendo un opuscolo rivolto alle neomamme e a scopo preventivo alle future mamme.
Ecco in forma riassuntiva i contenuti dell’opuscolo.

Che cos’è la depressione post partum?
Doveroso darne una definizione. Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto dopo la prima gravidanza e può perdurare fino a 5/6 mesi dopo il parto.
E’ caratterizzata da alcuni sintomi tra i quali: accentuata emotività, spossatezza, senso di inadeguatezza nel prendersi cura del bambino, ansia, disturbi di sonno e alimentazione, perdita di interessi, chiusura verso il mondo esterno, disinteresse verso il sesso, pensieri di morte e suicidio.

Non va confusa con la maternity blues (o baby blues) e la psicosi post partum… [SEGUE] 

 

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