Gli autori hanno esaminato 1.036 pubblicazioni, delle quali 79 sono state considerate ammissibili per effettuare la revisione della letteratura e 28 per la meta-analisi; 13 ricerche hanno indagato l’esercizio esclusivamente aerobico, 14 l’allenamento che combina aerobica e resistenza e 1 l’attività esclusiva di resistenza (es. camminata, cyclette, danza aerobica, palestra, piscina, ginnastica in acqua). Sono stati esclusi gli interventi costituiti unicamente da esercizi del pavimento pelvico, stretching, o relax.

L’attività fisica indagata si è svolta tra 6 e 33 settimane e gli studi hanno indagato un totale di 5.322 gravidanze; la frequenza degli esercizi prescritti, variava da una a cinque volte la settimana, ed il tempo di ogni sessione era compreso tra i 15 e i 70 minuti.
I risultati dell’analisi sono convincenti: è naturalmente più probabile che si verifichi la nascita di un bambino con accrescimento regolare nel caso in cui la madre si mantenga attiva durante la gravidanza.

Le donne che hanno praticato un’attività fisica strutturata nel corso della gestazione hanno visto ridursi del 31% il rischio che il proprio figlio fosse grande per l’età gestazionale, senza che si modificasse il rischio di partorire prematuramente o di dare alla luce un bimbo piccolo per l’età gestazionale.

In aggiunta, l’esercizio prenatale ha diminuito (in media) il peso materno di 1,1 kg ed il peso neonatale di 31 g. Da ultimo, come conseguenza, nel campione di donne prese in esame, l’esercizio fisico ha ridotto del 20% il pericolo di ricorrere al taglio cesareo per macrosomia fetale.

Comprendere a fondo gli effetti dell’attività fisica materna sugli esiti neonatali, è di fondamentale importanza, per programmare esercizi che prevengano e trattino le patologia della gravidanza e del parto.

 

Fonte Bibliografica
The effect of supervised prenatal exercise on fetal growth: a meta-analysis
Wiebe HW, Boulé NG, Chari R, Davenport MH.

 

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