“Abbiamo confermato che anche in questi bambini è compromessa l’istituzione del microbiota intestinale, almeno durante i primi tre mesi di vita”, tale è la durata del follow-up di questo studio.
Ora l’intenzione è di allungare l’osservazione sino al primo anno di vita dei bambini.

I ricercatori hanno osservato una riduzione dei livelli di microrganismi della famiglia Bifidobacteri, ed un aumento dei Campylobacteri e Helicobacteri potenzialmente patogeni.

“I risultati mostrano che gli antibiotici – in particolare la profilassi antimicrobica (penicillina) somministrata alla madre – oltre a alterare lo stabilimento del microbiota, influenzano anche i geni di resistenza a questi farmaci”.

“Poiché queste resistenze sono presenti nel microbiota intestinale, esiste un rischio potenziale di trasferirli a microrganismi patogeni e quindi , quando l’infezione con uno di questi agenti patogeni deve essere trattata, l’antibiotico potrebbe non essere efficace. ”

La ricerca ha coinvolto 40 bambini a cui sono state analizzate le caratteristiche microbiologiche delle feci.
Sequenziando i campioni, hanno monitorato l’evoluzione del microbiota durante i primi 90 giorni di vita.

Afferma inoltre Gueimonde: “In nessun caso con questo studio vogliamo porre in dubbio la procedura di somministrazione degli antibiotici alla madre, ma segnalare gli effetti collaterali.”
“Sappiamo che l’istituzione del microbiota nelle prime fasi della vita è molto importante per la successiva salute dell’individuo”.

Non resta che individuare altre strategie, quali ad esempio l’integrazione con prodotti che possano caratterizzare la qualità del microbiota.

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