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Dopo la nascita del mio primo figlio non mi è mai andato giù il fatto che, dopo alcune ore di travaglio, io abbia dovuto fare un cesareo per (cito cartella clinica) “mancato impegno della parte presentata”.

Emozionalmente sentivo che mi mancava qualcosa!
Quando ho scoperto di essere incinta della mia bambina, ho chiesto subito al mio ginecologo (che nel frattempo avevo cambiato rispetto alla prima gravidanza) di poter tentare un parto naturale; mi aspettavo un NO categorico, invece la risposta è stata: “vedremo nel corso della gravidanza”.

Arrivata alla 34esima settimana lui mi spiega che si può fare, ma il protocollo prevede comunque il pre-ricovero come in caso di cesareo programmato, in modo che l’ospedale abbia già pronta la cartella clinica in caso di urgenza, un colloquio con l’ostetrica e due monitoraggi a settimana fino al termine.

Il colloquio con l’ostetrica per me è stato illuminante: ha spiegato sia a me che a mio marito pro e contro di un VBAC e di un cesareo programmato e poi mi ha dato l’ok per il travaglio di prova.
A 38 settimane faccio visita dal ginecologo e mi dice che la bambina è pronta, l’utero anche… e io pure!

A 38+3 mi sveglio con dei dolori forti ma non regolari… [SEGUE]

 

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