In Italia, il numero di punti nascita insicuri è decisamente elevato.
Questo dato mette in allarme i ginecologi e le ostetriche italiane, oltre ad essere particolarmente preoccupante per le neo-mamme ed i neonati.
Secondo un accordo Stato-Regioni siglato nel 2010, infatti, il numero di parti minimo fissato per struttura è di 500 annui.
Seguendo il link alla fine dell’articolo, potrete vedere l’elenco completo dei parti annui nelle differenti strutture italiane pubblicato da “Quotidiano Sanità”.
Dalla lettura della lista si evince, in primo luogo, che ben 128 strutture non raggiungono la soglia minima.
Si apprende, inoltre, che a capitanare la classifica è il Presidio Ospedaliero di Lipari (in provincia di Messina) che registra il minor numero di parti annui (una media di appena 12), segue a stretta distanza il P.O. Suor Cecilia Basarocco (sempre in Sicilia, precisamente a Caltanissetta) con una media di 14 parti annui, mentre sono 17 per l’Ospedale ‘Tiberio Evoli’ – Melito P.S. (Reggio Calabria) e la Casa di cura Villa delle Margherite (Napoli).
Di seguito illustreremo le linee guida che, secondo il decreto di cui abbiamo già accennato, vanno seguite nel caso non si raggiunga il limite minimo di parti annui:
– Riduzione progressiva dei punti nascita con un numero inferiore a quello previsto di parti ed abbinamento delle strutture ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche-pediatriche.
– Attivazione di un servizio di trasporto assistito d’urgenza e neonatale d’urgenza per sopperire all’assenza di una struttura nelle immediate vicinanze.
– Adozione di strategie di incentivazione o disincentivazione economica.