In particolare, trattandosi di un olio ricco di acidi grassi saturi (principalmente acido palmitico, a 16 atomi di carbonio) e povero di acidi grassi polinsaturi (quali omega 3, 6 e 9, che invece apportano numerosi benefici all’organismo) il suo consumo sembra essere causa di incremento del di livello di colesterolo ed aumento del rischio di coronaropatia e infarto.
È per questo motivo che organizzazioni quali l’American Heart Association consigliano di limitare il consumo dell’olio di palma, specialmente a tutti coloro che devono ridurre il livello di colesterolo.

Pare inoltre che il palmitato, un acido grasso presente anche nell’olio di palma sulla proteina “p66shc”, ribattezzata «proteina killer», sia il principale responsabile della morte delle cellule che producono l’insulina e sia quindi implicato nei meccanismi che favoriscono l’insorgenza del diabete.
Il consumo di acido palmitico sembra anche essere correlato all’insorgenza di alcuni tumori, ma ad oggi la letteratura è ancora povera di studi a conferma di questa teoria.

Nonostante i rappresentanti dell’industria alimentare affermino che sia innocuo per la salute e che anzi sia un elemento protettivo rispetto all’ipercolesterolemia e alla patologia cardiaca, le autorità sanitarie ed i ricercatori di diversi paesi quali il Regno Unito e l’Olanda hanno condotto numerose indagini a supporto del fatto che esiste una correlazione tra il consumo di olio di palma e l’insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete.

Ad esempio, presso le Mauritius, l’utilizzo dell’olio di palma è stato sovvenzionato dal governo locale sino al 1987: in quegli anni, si registrava tra la popolazione un’elevata incidenza di incidenza malattie cardiache; a partire dal 1987, la sostituzione dell’olio di palma con quello dell’olio di soia si è accompagnata ad una graduale diminuzione di tali patologie.
Se si tratti di pura casualità o vi sia un nesso tra i due fenomeni non si può ancora dire con sicurezza, certo è che, poiché gli effetti del consumo dell’olio di palma sulla salute sono dose-dipendenti, la correlazione tra questo e le disfunzioni cardiache non è egualmente riconosciuta in tutti i paesi.

Ma le criticità che ruotano attorno all’uso… [SEGUE]

 

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