I momenti e gli spazi dedicati al gioco costituiscono una grande risorsa per il presente e il futuro.
In queste attività, i bambini acquisiscono coscienza di sé e dell’ambiente; via via, con la crescita, l’approccio e la valenza del gioco si modifica, dall’imitazione concreta si passa ad una maggiore astrazione. La fantasia prende il sopravvento.
Michela, autrice del blog “noituttinsieme“, ci ha offerto un grande contributo sul merito.
Ringraziando Michela e la sua bellissima famiglia, vi lascio alla lettura delle sue riflessioni.
Il gioco per i bambini è una questione seria. È il loro lavoro.
Come mamma sento la responsabilità della scelta e delle proposte in materia di giocattoli, verso i miei bambini. Ovviamente in questo periodo più che mai.
Se ci guardiamo intorno siamo bombardati da vetrine, pubblicità, cataloghi che ci propongono mille alternative. Molte sono vere brutture.
Ho sempre cercato di proporre ai miei figli giocattoli semplici e naturali; ma è facile farsi condizionare dalla moda e dalle scelte altrui.
Da quando mi sono avvicinata alla pedagogia steineriana ho le idee più chiare e mi sembra proprio di aver trovato la strada giusta.
Le parole chiave sono: semplicità, natura, stupore, meraviglia. Molti dei giocattoli che offriamo ai bambini non hanno queste qualità, anche se all’apparenza sembrano attirare e incuriosire molto i bimbi.
L’infanzia è un regno incantato, un posto magico. Fino ai sette anni circa i bambini vivono in questa atmosfera, è il loro nutrimento. Noi genitori dobbiamo preservare questo clima, capace di stimolare la loro fantasia.
Questa è la ricetta per accompagnarli nella crescita, per renderli forti, sicuri e fiduciosi, alla scoperta dei loro talenti.
Vedere gli occhi pieni di stupore di un bimbo che gioisce per una semplice ma magnifica corona da Re intrecciata con le foglie o lavorata a maglia, per un piccolo gnomo in legno, è qualcosa di emozionante, di strepitoso, di immensamente forte.
Questi semplici giochi sono carichi di energia, di forza e sono in grado di accarezzare la sensibilità del bambino, educandolo anche al bello.
Un bambino che vive un’infanzia felice e incantata non potrà non essere un adulto realizzato.
Non dobbiamo scambiare questo atteggiamento per una forma eccessiva di protezione o per un distacco dal mondo reale.
La magia, l’incanto sono la realtà dell’infanzia e non dobbiamo aver paura di dirlo.
A cura di Marika Novaresio