Una delle patologie più diffuse al mondo: una persona su tre è affetta da miopia.
Nella maggior parte dei casi la miopia inizia a manifestarsi nell’infanzia per poi svilupparsi negli anni. Oltre al fatto che il difetto della vista più diffuso al mondo, la miopia si caratterizza per il fatto che spesso è associata ad altre malattie oculari (tra cui il distacco della retina e il glaucoma) e che l’intervento di correzione è costoso da effettuare.
Per questi motivi, un gruppo di ricercatori appartenenti a diverse università statunitensi (una delle più importanti è l’Università dell’Ohio), è riuscito a mettere a punto un test con cui prevedere l’insorgenza della miopia nei bambini in età scolare. Lo studio ha visto come partecipanti 4512 bambini dell’età di sei anni ed è stato ribattezzato CLEERE (Collaborative Longitudinal Evaluation of Ethnicity and Refractive Error). Si tratta di un’analisi basata sull’osservazione di gruppo per capire lo sviluppo oculare e l’insorgenza della miopia; ha avuto una durata di quasi 20 anni (per la precisione, dal 1 settembre 1989 al 22 maggio 2010).
I dati sono stati raccolti in cinque diversi siti clinici ed hanno riguardato da 4512 bambini di etnia diversa e non affetti originariamente da miopia, divisi in classi da 1 a 8 (cioè da 6 a 13 anni) e seguiti nel corso degli anni.
I ricercatori hanno valutato 13 diversi fattori di rischio per predire lo sviluppo della miopia (definita come la perdita di almeno 0.75 diottrie), di cui 8 associati a elementi biologici e ai difetti di rifrazione, cioè al modo in cui l’occhio mette a fuoco le immagini sulla retina. A tutti questi appartengono la miopia dei genitori, la potenza del cristallino e/o della cornea, la lunghezza assiale, l’astigmatismo orizzontale/verticale e l’attività visiva. Altri fattori riguardavano invece il fatto di stare seduti troppo vicino al computer o alla televisione e la lettura da vicino. Tuttavia, gli esami non hanno rilevato alcun tipo di associazione tra questi comportamenti e la miopia. Si è comunque registrato che 400 dei bambini seguiti sono diventati miopi tra i sette e i tredici anni.
Secondo i ricercatori, comunque, la miopia non ha legami con il fatto di appartenere ad una etnia, ma è causata dal fatto che i bulbi oculari crescano in lunghezza in modo diverso (infatti, i miopi hanno i bulbi oculari simili alla forma delle olive). Inoltre la ricerca ha evidenziato come i bambini dalla vista normale erano leggermente presbiti ad un’età di 6-7 anni; al contrario, chi ha sviluppato la miopia a quell’età non aveva difetti alla vista.
Infine, dallo studio è emerso come i bambini che non avevano genitori miopi o che trascorrevano abbastanza tempo all’aria aperta sviluppavano più difficilmente la miopia. In ogni caso, il test non è ancora abbastanza definitivo per poter associare questo fatto con la prevenzione di questo difetto della vista.
A cura della Redazione di Mammole
Fonte: http://archopht.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2206339
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