Potrebbe nascere in quelle due ore di andata e ritorno.
Prendiamo un gelato vicino all’ospedale e camminiamo… conto i minuti (3/1/10) gli chiedo di parlarmi di qualcosa per distrarmi… lui parla di basket che mi fa tenerezza.

Neanche il tempo di fare il giro a piedi intorno all’ospedale che si rompono le acque!
Sento un liquido caldo uscire e per fortuna avevo messo un’assorbente.
Realizzo cosa sta succedendo e piango disperatamente mentre ci avviamo.

Ho paura di sbagliare qualcosa, di rivivere i brutti ricordi del primo parto, ho paura che succeda qualcosa di brutto al mio bambino.
Sono le 19 e saliamo con l’ascensore, io piegata sopra la valigia e due coppie che mi guardano impressionate.

L’ostetrica mi accoglie serena e lentamente mi mostra la sala parto, colorata e con la luce soffusa…ci lascia soli e quando mi vede soffrire mi mette una borsa dell’acqua calda sulla schiena e mi fa un the caldo zuccherato.

Mi aggrappo al mio compagno e lui mi sostiene.
Sono le 21.30, entra un’altra ostetrica e chiede di potermi visitare, anche così, a carponi. Mi dice che posso spingere perchè vede la testa! Spingo ma non capisco il punto esatto dove devo spingere.

Mi dice “spingi OLTRE il dolore, questo bambino vuole nascere adesso” …  SEGUE

 

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