singer

 

La voce rappresenta la persona che la possiede.

L’analisi e l’ascolto della voce possono, pertanto, offrire interessanti risorse; ogni modo di parlare ha, infatti, dei punti forti e dei punti deboli sintomatici dell’interiorità.

 

Il fatto che la voce agisca a volte in veste di speciale strumento musicale non è nulla di nuovo rispetto a quanto la percezione di sé può trasmettere e disvelare.

 

Ogni suono emesso coinvolge le altri parti del corpo con un effetto simile ad una cassa di risonanza ma non è tutti qui. Lo stesso prodotto fonetico si presta a donar voce, a sua volta, alle succitate parti.

 

Che non si tratti di una scoperta “moderna” quanto semmai di una riscoperta, è chiaro; testimonianza di ciò sono rintracciabili nel pensiero di Osho ma persino Aristotele e Platone hanno sostenuto l’importanza del cantare e del parlare quale strumento per far vibrare all’unisono l’aria che è all’esterno con quella che è all’interno.

Al di là delle testimonianze retoriche, la più grande conferma di ciò è appunto offerta dal nostro corpo.

 

Qualche esempio senza intento di esuastività?

E’ presto detto :

quando siamo nervosi l’istinto ci induce a urlare ossia a veicolare la tensione tramite la voce per calmarci,
effetti benefici ha anche il fischiettare il quale aiuta a diminuire la pressione arteriosa o ancora i vocalizzi (simili a canti carnatici) che institualmente vengono emessi durante il travaglio e il parto

 

La voce è quindi una risorsa modulabile attraverso la quale veicolare non solo le emozioni del momento.

Si tratta di uno slancio autodeterminato per rimettere in comunicazione il nostro io emozionale con quello fisico, rigenerando entrambi.

 

Stiamo ovviamente parliamo della voce nella veste di ingranaggio all’interno di un catena più ampia che coinvolge interamente la persona.

 

Per comprendere a pieno, basta fare cenno ad un altro breve passaggio di questo circolo (la suddetta catena): il suono emesso, questo “porta-voce”, viene recepito dall’orecchio il quale si pone in stretta connessione con la corteccia celebrale deputata a sua volta alla decodificazione dei segnali elettrici di natura uditiva; tendere l’orecchio è quindi tendere il corpo sollecitando il sistema nervoso.

 

Attraverso i suoni prodotti dal nostro corpo entriamo in contatto con noi stessi abbattendo (pian piano, senza forzare) le barriere e gli scogli dell’Io; da ciò ne deriva un’automatica conseguenza : la possibilità di entrare in contatto con l’altro.

Si tratta in sostanza di un viaggio attraverso la sensorialità e la comunicazione lata.

 

Alla “voce-terapia” intesa come autoterapia che si innesta, più o meno coscientemente, nelle fasi fisiologiche del nostro vivere, si aggiunge, in particolari situazioni, quella (entrata nel novero delle accreditate terapie alternative) supportata da una figura professionale, lo psicoterapeuta,  il quale, proponendo una tecnica che va a coniugare i principi della fonetica e della glottologia con lo yoga, funge da guida per aiutare a ristabilire l’equilibrio psicofisico alterato in particolar modo dallo stess o da blocchi emotivi.

 

Marika Novaresio

Vuoi saperne di più? Le Mammole ne discutono qui LINK

 

 

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