Ho desiderato tanto essere mamma e finalmente il test ha detto si.
Una gravidanza meravigliosa.
Ero di 38 settimane e quel giorno la mia più cara amica ha dato alla luce la sua meravigliosa creatura Emma, il destino ha voluto che facessimo insieme questo viaggio.
Mentre sono in ospedale a farle visita sentivo che qualcosa stava cambiando e ho deciso di farmi visitare, ma nulla, solo un falso allarme, è tutto chiuso.
Torno a casa, erano circa le 22 del 15 settembre, quando decido di alleviare quel fastidio con un bagno tiepido, ma in realtà arrivano le contrazioni; passo un’ora tra il letto e il bagno ma le contrazioni si fanno più frequenti e io ostinata come sempre rimando il viaggio verso l’ospedale fino a quando il mio compagno con la forza, mi carica in macchina con direzione ospedale.
Incontrai il mio ginecologo all’ingresso, mi fece una carezza e mi disse di salire in reparto.
Erano le 23.35 e una contrazione fece capolino mentre ero in ascensore e pensai “adesso lo faccio qui” si aprirono le porte dell’ascensore e un’ ostetrica mi venne incontro e mi fece entrare in sala visite.
Sentivo il dolore delle altre future mamme ma mi sono fatta coraggio e mi sono sfilata i pantaloni… [SEGUE]
Arrivo all ospedale alle 9,30 di un giovedì molto frenetico. Non ho dolori, ma con la consapevolezza che le perdite di acqua che ho, preannunciano un parto imminente, per me che sono al terzo figlio. Mi accoglie un dottore gentilissimo, che una volta appurata la rottura delle acque mi ricovera subito, avvertendomi che non avrò una stanza fino al pomeriggio.
Iniziò a fare i tracciati e purtoppo non ci sono contrazioni importanti, però aspetto e continuo a perdere le acque.
Mi metto buona sulla mia barella e tra un tracciato e l altro mi danno anche la stanza, la stessa del mio secondo parto.
Alle 14 mi visita un dottore che mi tranquillizza che sto procedendo bene e che sono a 2 cm di dilatazione e che nel pomeriggio avrò partorito.
Passano le ore e si ripetono i tracciati, le contrazioni mancano, ma iniziano ad arrivare piccoli dolori sopportabili.
Alle 16 mi chiamano di nuovo per la visita, 4 cm e niente contrazioni. Mi invitano a passeggiare un pochino e passa anche il tempo. Alle 17 ho delle contrazioni irregolari, leggere ma piano piano si intensificano.
Alle 18 ho le contrazioni, quelle serie, quelle dolorose. Arrivano ogni 5/10 minuti. Entro in sala Travaglio alle 18,20. Mi attaccano il tracciato. Le contrazioni ci sono, alle 18,30 sento forte la sensazione di spingere, urlo e chiamo la mia dolce ostetrica che corre verso di me e appura che sono a 9 cm di dilatazione. Mi esorta a fare pipì per far scendere la testa, vado in bagno ma non riesco.
Mi si bloccano le gambe per il dolore, non riesco nemmeno ad arrivare alla sala parto. Sento fortissima la sensazione di spingere, lì in piedi nel corridoio del blocco parto, L’ostetrica mi mantiene e mi dice come respirare. Ho già la testa in mezzo alle gambe, arriva anche un’ altra ostetrica e si mettono sotto di me e mi dicono di spingere forte. Lo faccio e nasce mia figlia alle 18,40. In piedi nel modo più naturale possibile. Mi mettono in braccio mia figlia ancora attaccata al cordone e arrivano anche i medici a compiacersi di questo parto perfetto.
Non cambierei la Betania con niente al mondo. Sono tutti professionali, umani e gentili