pma

 

Quanti di voi conoscono questa “parolaccia?” Forse non molti, forse solo chi l’eterologa la guarda in faccia.

Forse qualcuno ne ha sentito parlare per via di Gianna Nannini che con l’eterolga è diventata mamma.

Non credo che chi dell’eterologa usa parlarne e sviscerarne i pro e i contro sappia cosa significhi viverla.

 

Eterologa, per chi la vive è un connubio di gioie e paure.

Spiegare quello che pensa, vive e sogna chi l’eterologa la sceglie non è facile, come non è facile spiegare perchè viene scelta nonostante le difficoltà che essa nasconde.

 

 

Parlando di procreazione medicalmente assistita si parla del confine ultimo.

Parlando del sogno di diventare genitori si toccano nervi scoperti come il diritto di divenirlo e il desiderio egoistico di volerlo essere.

Sinceramente sentire parlare della vita come se fosse una materia meramente commerciale non mi aggrada, va da se che il diritto e il desiderio di generare una vita non collimano con la vita stessa.

 

 

Desiderio e diritto sono due parole che non parlano di vita ma di beni materiali come una tv, come una casa, ma vengono utilizzati anche per delineare questo sogno nella maniera più semplice e chiara possibile.

Vengono usati questi termini semplicemente perchè non esiste un termine che possa chiaramente delineare quell’istinto primordiale che è la procreazione.

 

 

E’ in quell’istinto che nasce la scelta di ricorrere alla pma e all’eterologa nelle situazioni peggiori di infertilità. Ma allo stesso tempo non è un semplice istinto ma è un movimento di amore per la vita, una pulsione di passione per la vita.

Dottori, giornalisti, preti e politici che si prodigano per il “no all’eterologa” si scalmanano sventolando i due termini di cui sopra per delineare il non senso di questa scelta . “Non esiste un diritto di diventare genitori” dicono,” E’ egoista chi vuole a tutti i costi un figlio”, “Sono coppie che desiderano un figlio e che pensano che tutti i mezzi siano leciti.” , “Non si preoccupano dei quel che accadrà a quell’individuo …” e via così.

 

 

Un coro di no in nome della tutela dell’individuo che verrà e che, a detta loro, sarà travolto da crisi di identità inerenti alle proprie radici e alle bugie che la coppia sarà costretta a raccontargli!

Poco vale se gli si spiega che quell’individuo sarà in anzi tutto il figlio tanto cercato e che ha il diritto ( e quello è sacrosanto) di conoscere il nome dell’altra metà del genoma.

 

 

Non vale spiegare che non si vive un desiderio e non ci si vuole accaparrare un diritto che non spetta a discapito di una vita e che quella vita riceverà le stesse cure, lo stesso amore di chi l’eterologa non la effettua perchè semplicemente più fortunato.

Serve forse dire che un individuo non è solo dna ma anche personalità, nata e modellata attraverso le esperienze di vita vissuta alla quale parteciperanno al cento per cento i genitori che l’eterologa l’hanno scelta? no!

 

 

Forse serve dire loro che le radici di un individuo sono la cultura, la storia della propria famiglia, le emozioni che la famiglia gli tramanda e non dei nudi geni che da soli si limitano a tramandare l’aspetto estetico e l’attitudine di carattere ma che sarebbero come un sacchetto vuoto senza l’influenza di chi lo educherà alla vita? no.

A nulla serve neppure spiegare che milioni di figli sono nati dopo un tradimento silente e che di fatto sono figli inconsapevoli di eterologa naturale.

 

 

E tanto meno occorre ricordare loro che nessuno ha il diritto di scegliere chi può e chi non può diventare genitore.

Diritto che loro esercitano a discapito di individui identici a loro ma che non la pensano come loro.

La libertà di scelta rimane la regola prima di ogni diritto umano, sarebbe forse sensato offrire questa libertà senza sviscerare argomenti che con tale scelta non hanno nulla a che fare.

 

 

L’unico effetto che si ha quando questi argomenti vengono sventolati sui media è quello di creare confusione e mischiare i fatti, così che al momento opportuno, la gente, che la parola eterologa l’ha sentita alla lontana, decida, tirando i dadi del destino altrui, ponendo un no sulla scheda elettorale.

 

 

Sarebbe forse più logico accompagnare le coppie che vivono un’infertilità a operare una scelta corretta e stabile e non minarne l’equilibrio colpevolizzandoli per un istinto d’amore che non riescono ad arginare.

 

 

Sarebbe forse meglio per tutti capire che un figlio non lo si acquista, non lo si vende e non lo si abbandona. Lo si ama! Qualunque gene egli porti dentro di se.

 

 

Iris Lunardelli

Vuoi saperne di più? Le Mammole ne discutono qui LINK

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